La solitudine che si avverte dentro, non viene lenita dalla compagnia delle altre persone.Ci si sente soli nella mischia, si avverte quel vuoto incolmabile da cui spesso si fugge, che si copre per non caderci dentro.Così quel vuoto rimane tale, tanto da trasformarsi nel regno dell’ ASSENZA, senza più una presenza in grado di "abitarlo".E’ volgendo lo sguardo in quella nebbia desolata che si inizia a riportare una vita che possa "colmare".Rimanere nel vuoto, aspettare, anche se si sente paura, ancoscia, dolore, è un iniziare a dar vita, e la vita riempie, prende spazio, come un feto.
Il vuoto è spesso dato da ferite antiche, da mancanze mai piante, ma solo subite.Da adulti nel presente, è possibile sentire e pensare quanto è accaduto, affinchè quella terra arida possa divenire fertile.

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