Sintomi psicologici: che fare?

Sintomo: cosa significa?

Sintomo. Etimologicamente è una parola legata al concetto di coincidenza, ossia il sintomo è un fatto che “coincide” con un altro fatto di cui è il segno o l’effetto.
Il sintomo psicologico porta con sè molta angoscia: può avere l’impatto di un terremoto. Per esempio gli attacchi di panico, le malattie psicosomatiche, le paure che limitano il vivere quotidiano, emergono d’un tratto nei nostri giorni gettandoci in uno stato d’emergenza.
L’urgenza di tornare a quando “si stava bene” è molto pressante.
Ma davvero si stava bene? Questa è una domanda importante da porsi.
Seguendo l’etimologia, il sintomo è un “segno” o un’effetto di qualcos’altro.
In psicologia il sintomo ha a che fare con un malessere negato, rimosso, silenziato.
Non potendo essere vissuto ed elaborato consapevolmente, perchè trova un muro, ecco che si trasforma in sintomo. Quando assume queste sembianze non si può non rendersene conto.
“Niente muore ma tutto si trasforma”, una legge che vale per tutti i cosmi!

Il sintomo cerca di scuoterci!

Per quanto violento, il sintomo cerca di scuoterci, ci fa ricorrere ad un aiuto; la sua presenza ci suggerisce “a cosa è legato”, con cosa “coincide”, ma solo se ci soffermiamo a pensare, a riflettere e soprattutto a sentire.
E’ necessario fare spazio ad una nuova visione che allarghi la consapevolezza fino a quanto non ci siamo permessi di accogliere: quel disagio rimosso tanto difficile da sopportare ed affrontare.
Molte persone oppresse dai sintomi psicologici non fanno questo. L’angoscia li getta in uno stato di sofferenza tale che per loro l’unica cosa pensabile è: togliere il dolore, eliminare il sintomo. Per quanto comprensibile, questo non è funzionale a lenire quelle ferite che attraverso il sintomo cercano guarigione. Se si elimina il sintomo, la ferita emersa in superficie, senza toccare le ferita sottostante di cui le prima è un segno, si continuerà a cercare di porre rimedio, affannosamente, senza trovare una risoluzione definitiva.

Psicoterapia e sintomi

In psicoterapia, il primo modo per attutire l’impatto dei sintomi è quello di accoglierli come messaggeri, non eliminarli.
E’ necessario renderli “pensabili” ed usarli come ponti su quelle aree della psiche lasciate silenti.
Di cosa parla quello che mi sta accadendo?
Che mi vuole dire questo sintomo?
Ci può essere un malessere che non mi sono permesso di vivere?.
Questi sono esempi di domande che in psicoterapia danno avvio ad una ricerca interiore di senso.
Il fine è quello di “integrare” quelle emozioni dimenticate che cercano di essere vissute fino in fondo.
L’ obiettivo è ritrovare un benessere duraturo e stabile prodotto da un  nuovo assetto psichico fatto di maggiore  consapevolezza, di più luce e meno ombra.

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