Bruximo: come si presenta fisicamente

Ti sei accorto o ti è stato detto di digrignare i denti la notte? Se stai leggendo questo articolo forse si.

Quello che hai si chiama Bruxismo ed è un problema che può portare ad un’ importante usura dei tuoi denti. Si presenta nella maggioranza dei casi durante il sonno, e generalmente non si è consapevoli di ciò che accade nella bocca. Il deterioramento dei denti ed il sempre più frequente dolore mandibolare, come forse è capitato a te, sono i primi segnali del problema che si notano.

Ti sarà utile sapere che il dentista può aiutarti facendoti usare il bite, un supporto che posto sui denti, li protegge dal loro soffregamento, diminuendo la sollecitazione e dunque il dolore dei muscoli mandibolari.

Fin qui ho descritto quello che può esserti accaduto fisicamente.

Allargando la visione, voglio condividere con te quello che so riguardo le componenti psicologiche del problema.

 

Le componenti psicologiche

Il Bruxismo si manifesta infatti spesso in correlazione a stress, stati di ansia, e ad un’ aggressività repressa.

Molteplici modi di dire rappresentano molto bene questi legami con la sfera emozionale: si “mostrano i denti” quando si è presi dall’ ira o dalla vendetta, si ha il “dente avvelenato” contro qualcuno, si ha un’ ironia “mordente”, si usa un “tono incisivo” o si “stringono i denti” per sopportazione.

Nella mia pratica clinica ho riscontrato la presenza del Bruxismo in persone che avevano difficoltà a sentire la propria rabbia e ad esprimerla verso chi l’aveva scatenata o dentro le situazioni cui era connessa.

I denti sembrano manifestare una difficoltà ad indirizzare fuori le proprie emozioni, sottolineando quello che probabilmente avviene nella psiche: un rivolgere dentro e contro di sé quanto si prova.

Il Bruxismo ci illumina sull’ inconsapevolezza di questi vissuti, che rimossi dalla coscienza, tornano a vivere di notte con l’unica espressione possibile, quella somatica.

 

Come può essere utile la psicoterapia?

La psicoterapia può essere utile nella risoluzione del Bruxismo, perché aiuta a far contattare i propri stati emotivi, incentivandone l’ espressione. In particolare, può essere fondamentale per rispondere alla domanda: perché si è portati a reprimere la propria aggressività?

In terapia emergono spesso storie di bambini e bambine che non hanno potuto arrabbiarsi perché lo erano spesso i loro genitori, o perché questi ultimi non erano in grado di accogliere l’ aggressività dei figli, dandogli ascolto, valore e contenimento.

Arrabbiarsi poteva significare scatenamento di ira e violenza contro di sé, giudizio, svalutazione o ferire, se per esempio il genitore si faceva vedere colpito dal figlio/ a, esprimendo tristezza, freddezza emotiva o distanza.

Tutto questo può essere intollerabile per un bambino, ed è così che può imparare a trattenere dentro quanto prova, perché vissuto come “minaccioso” per il legame con i propri genitori e per la propria integrità psichica.

Da adulto, tuttavia, questa modalità può far arrivare ad un limite di sopportazione.

Il Bruxismo può essere un canale di sfogo di questo accumulo, non potendo altrimenti.

In psicoterapia si può dunque:

  • Conoscere i propri meccanismi emotivi
  • Scoprire di poter esprimere oggi quanto vissuto senza che questo minacci le relazioni ed il proprio equilibrio.
  • Imparare a gestire possibili reazioni nei propri confronti.
  • Percepire un senso di giustizia rispetto al proprio passato, al presente e verso di sé, imparando l’affermazione del proprio essere senza farsi più del male.

I denti possono quindi raccontarci una storia.

Il loro rumore può trasformarsi in racconto grazie all’ ascolto in terapia.

La persona con Bruxismo potrà quindi sentire una narrazione che parla di sé, nella quale lui o lei è il protagonista.

In seguito, con la nuova consapevolezza raggiunta, potrà decidere come continuare la sua storia.

 

Se questo scritto ti ha fatto sentire delle risonanze, anche tu puoi pensare alla psicoterapia come aiuto.

Il Bruxismo può rivelarsi un’ opportunità per esprimerti pienamente.

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