ansia e attacchi di panico

Ansia e attacchi di panico:vita o morte?

Ansia e attacchi di panico. Queste sono le parole più frequentemente usate per descrivere ciò che si prova quando si vive un problema simile. Ma cosa significano? “Ho l’ansia”, “sono ansioso”, “ho avuto un attacco di panico”, sono tutte espressioni “chiuse”, ossia non dicono nulla in più di ciò che si è vissuto. Ci si ferma all’accaduto senza chiedersi “cosa realmente è accaduto”, per cosa stanno i sintomi ansiosi, cosa vogliono dirci con la loro presenza.

Chi soffre di ansia non riesce a “pensare” il proprio disagio

Questo è un aspetto caratteristico di chi soffre d’ansia: non  riesce a “pensare” il proprio disagio, a dargli cioè un senso, a cercarne le ragioni “collegando” quanto vissuto con la propria storia o fase di vita.
Per non cadere dentro l’angoscia portata dall’ansia, un buon modo per risollevarsi è iniziare a farsi delle domande.
Quando sta avvenendo questo mio malessere? O quando è iniziato?

Quando arriva l’ Ansia?

Molto spesso l’ansia emerge in momenti di vita difficili:perdita del lavoro, relazioni complicate, lutti, ecc.
Nei momenti di dolore e sofferenza, la persona che può sviluppare sintomi ansiosi tende a NON SENTIRE le proprie emozioni, a non rimanerci in contatto, relegando sul fondo parti di sè che tuttavia DEVONO e VOGLIONO vivere.
Immaginate un’ operazione di scissione: le emozioni si separano dal pensiero e da cosa le ha provocate.Si perdono così le connessioni di senso e la consapevolezza di esse.
Le emozioni, destinate ora a viaggiare “sole” nella psiche, tuttavia sono nate, continuano ad esistere e vogliono giungere alla coscienza.Se non ci sono più i ponti dati dal pensiero, ecco che procedono per altre vie, ed il corpo è una via molto funzionale perchè non si può non sentirlo!
Più è stato netto il taglio con le proprie emozioni, più esse si esprimeranno “violentemente” attraverso, per esempio, gli attacchi di panico, la tachicardia, il respiro corto.
Non essendoci più alcun senso che possa contenere e definire le emozioni, si prova solo angoscia e sperdimento.
Ci sono molti motivi che possono portare a non voler sentire la propria parte emotiva.Ci si difende dal dolore, ma è necessario riconoscere che “dopo”, quando esso si presenterà attraverso l’ansia e gli attacchi di panico, con forme imbizzarrite, violente e limitanti la propria autonomia, ci troveremo inermi e fragili, completamente in balia.Il dolore “normale” che la vita ci porta è destinato a scemare se vissuto pienamente.Altrimenti, rimarrà dentro e crescerà fino a quando non verrà attraversato e sentito.Questa è la funzione dei sintomi ansiosi,una funzione “buona”: costringerci ad integrare parti di noi stessi, quella
fragilità, debolezza, tristezza e sofferenza non vissute che possono tuttavia nutrirci se gli permettiamo di esistere.

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