"Cosa devono pensare gli altri?".Soprattutto nei piccoli centri, è molto diffusa l’idea che "gli altri" possano giudicare negativamente ciò che si fa o si mostra.Talmente tanto, da diventare una pressione sociale che entra nella psiche dell’individuo, condizionandola.Per evitare presunte critiche e fuggire da un’immaginario pettegolezzo, si impronta la vita sull’apparenza, piuttosto che sulla verità.Si accettano compromessi, per mantenere la propria immagine bella e pulita."I panni sporchi si lavano a casa" si dice.Così si costruiscono delle catene che deprivano della propria libertà personale, e non rendono possibile la costruzione di legami nutrienti.La percezione "degli altri" non permette quella del singolo, e pertanto non ci fa vedere cosa potrebbe darci: accoglienza, sostegno, comprensione, condivisione della vita che ci vede tutti principianti.Si chiudono le finestre, e tutto ciò che accade in casa può diventare qualcosa di cui vergognarsi, da mantenere nel segreto, pur di sentirsi "a posto" agli occhi altrui.Rapportarsi allo sguardo esterno è un perdere,tuttavia, la propria vista ed il contatto con sè stessi.
Riflessioni?

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