Dipendenze quotidiane

Dipendenza….una parola che spesso viene associata allo stato estremo di chi abusa di stupefacenti e che porta sul corpo i segni della droga. Ferite che ci fanno sentire al di fuori da quella realtà.

dipendenza

Eppure esistono dipendenze silenziose, non visibili e di cui si ha poca o nessuna consapevolezza.Mi riferisco a tutti quei comportamenti ripetitivi che compiamo senza accorgercene e che parlano di un malessere a cui facciamo fronte “spostando” su altro la nostra attenzione, in cerca di una gratificazione che possa alleviare il nostro disagio e, almeno per un pò, dare un senso di sollievo, per ricominciare, poi, nuovamente quando “l’effetto” sarà finito.
Mi riferisco alla quotidianità di tutti.
Dipendenze che possono riguardare il cibo, che si presentano veicolate dai soldi e da ciò che possiamo acquistare grazie ad essi, al computer che come una finestra ci apre l’orizzonte ad infiniti luoghi virtuali in cui stare o rifugiarci.
Questi sono solo alcuni esempi, ma essi ricorrono in molti momenti delle nostre giornate.
Riguardo il cibo, in quanti mangiamo per “riempire” metaforicamente un vuoto, per “addolcire” la nostra esistenza, ricorrendo alla cioccolata, ai dolci, a tutto ciò che possa dare un benessere immediato?
Con i soldi, quanto spendiamo comprando spesso cose inutili, ma solo per il “piacere” di farlo, per coccolarci laddove ci sentiamo, per esempio, trascurati?
E quanto tempo stiamo davanti al computer, imbambolati dai social media, che sembrano restituirci un senso di comunità in luogo della solitudine quotidiana?
Questi sono tutti comportamenti messi in atto in automatico, senza consapevolezza, e che parlano di un disagio profondo che non arriva alla coscienza.Ne abbiamo sentore, tanto da cercare una fonte di “guarigione” e agire per autocurarci, ma sbagliando sia l’oggetto della cura, che il rimedio.
Spesso, infatti, i comportamenti che ci portano a dipendere da qualcosa generano essi stessi un disagio.Dipendere vuol dire NON ESSERE LIBERI.Vuol dire che per sentirci bene è necessario “assumere” o fruire di qualcosa di esterno a noi.
La serenità non viene da dentro!
Per trovarne una che sia DURATURA, e non momentanea, è necessario attraversare il proprio dolore, centrare ciò che genera i comportamenti dipendenti e cercare di farvi fronte. Il primo passo è accorgersi di queste dipendenze invisibili, ma vicine.

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