Una storia per emozionarci e riflettere su un tema difficile, la depressione, raccontato con il linguaggio della fiaba.
Invito tutti a questo evento di lettura condivisa online.Si può partecipare lasciando un commento che descriva le risonanze che la storia ha prodotto in voi.Ci sono delle domande-guida utili da seguire.Inoltre, anche l’Autrice della fiaba parteciperà, Florisa Sciannamea: una bellissima opportunità di condivisione.
Buona Lettura!

https://www.facebook.com/events/642009962619870/

 

C’era una volta un castello

C’era una volta un bellissimo castello ricamato con mille guglie d’argento..si stagliava fiero e possente su una grande città avvolta spessissimo da miriadi di piccoli e umidi sospiri che gli uomini chiamavano nebbia.Viveva in quel castello una famiglia formata da un RE ,una REGINA e i loro due piccoli figli Amina e Osalun’ .I due fratellini ,un maschietto ed una femminuccia,si amavano moltissimo..erano belli come il sole e con le stelle negli occhi..inventavano continuamente giochi per divertirsi perché erano spessissimo soli .La loro giovane madre purtroppo, era vittima di un incantesimo da cui difficilmente riusciva a liberarsi..infatti una crudele e malvagia Maga di nome Tristezza le aveva cucito sull’anima una veste pesante e grigia .la Regina tentava invano di strapparsela di dosso,ma Tristezza era più forte ed ogni volta le rattoppava la veste lacerata che diventava più resistente e pesante..Amina e Osalun’vivevano spaventati e preoccupati dai cambiamenti d’umore della Regina e quando ciò avveniva ,le imposte si chiudevano per non fare entrare la luce cosi’ come capita alle palpebre che si abbassano e che non vogliono vedere la vita che scorre fuori.La voce dolce e tintinnante della Regina si trasformava in un lamentoso suono irriconoscibile,la musica smetteva di aleggiare per le stanze,le porte ,sempre gioiosamente sbattute, si chiudevano piano per non turbare la mestizia che pervadeva l’intero castello ma,soprattutto ,i fratellini si accorgevano che Tristezza stava tessendo la sua dolente veste quando, la mattina a colazione , trovavano il latte (coccole e miele dello spirito materno)freddo nelle loro tazze.Nonostante tutto ciò i fratellini crebbero intelligenti,talentuosi:Amina era una piccola guerriera con però due alucce da fata.Osalun’ geniale,eclettico era più fragile e Tristezza lo sapeva.Più volte aveva tentato di tessere per i fratelli quella stessa mortale e dolente veste,ma ogni volta i suoi attacchi erano falliti fino a quando un giorno riusci’ a cucire un piccolo,minuscolo brandello sull’anima di Osalun’.Invano Amina cercava di liberare Osalun’ da quel maleficio e ogni volta, con artigli che ghermiscono la preda ,la veste tentava di impadronirsi anche di lei.Amina aveva la sua corazza ,anche se spesso scalfita,ma Osalun’pian piano si arrese lasciandosi annegare nell’oblio e nei sotterranei della sua anima..trasformandosi a volte anche in quell’UOMO NERO di cui tanto aveva avuto paura da bambino .Lentamente cominciò a scivolare giù,sempre più giù…in un fondale oscuro,spaventevole e minaccioso ..lontano da tutti e da tutto e cercando di trascinare con se’ anche Amina.Ma Amina era riuscita a legarsi con le robuste corde dell’Amore e dell’Amicizia alle radici della Vita ..aveva conquistato con dolore quella posizione e non poteva,non voleva e non doveva perderla..l’unico modo era tagliare il lungo laccio che la legava ancora al fratello..un laccio fatto di affetto,giochi condivisi,risate soffocate,scherzi di bambini,favole mai ascoltate ,abbracci e carezze….Salvarsi..Salvarsi…ma forse c’è ancora una possibilità,un piccolo foro rimasto aperto in quella veste che ormai avviluppa Osalun’ come un bozzolo e allora Amina si tuffa in quel profondo oceano di solitudine e paura e ,attraverso il piccolo foro chiama a se’ “Osalun’..Osalun’ …”

…..Amina e Osalun’ sono infatti l’anagramma di UN’ANIMA SOLA

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