psicocorporeo

 Il corpo nell’Ombra

“Quando l’organismo è fresco, riposato e motivato all’azione, tutti gli impulsi, l’energia e il movimento partono da strutture molto profonde del sistema, ovvero dalle viscere e dalla muscolatura interna.Quanto più invece l’organismo è stanco, demotivato, esaurito, tanto più la possibilità di agire dipenderà dall’attivazione del sistema nervoso simpatico e delle ghiandole surrenali, progettate dall’organismo per rispondere a situazioni di emergenza.In situazioni di stanchezza e di esaurimento quindi è come se “spegnessimo” o mettessimo in ombra la nostra parte viscerale, insieme con la parte più interna degli arti e del cervello.In questi casi finiamo per compensare il sostegno che ci viene a mancare con un’iperattività delle surrenali- e quindi con una produzione forzata di ormoni quali adrenalina e cortisolo- con la forza di volontà e con la tensione muscolare, riuscendo così nell’impresa di continuare l’azione malgrado l’esaurimento dell’energia spontanea” Jader Tolja.

 

 

 

Questo breve frammento di Jader Tolja porta a riflettere su quanto nella nostra vita seguiamo ciò che vogliamo, e quanto ciò che dobbiamo fare. Volere e Dovere arrivano altresì a confondersi, tanto da  non saper più distinguere tra essi, perdendo la percezione dei nostri desideri, della nostra “parte viscerale” che cade nell’Ombra.

 

Seguendo la visione junghiana di Ombra, Ombra è

 

 

 

tutto ciò che (uno) non vorrebbe essere”,

 

 

 

“ la parte “negativa” della personalità, la somma cioè delle qualità svantaggiose che sono tenute possibilmente nascoste e anche la somma delle funzioni difettosamente sviluppate e dei contenuti dell’inconscio personale».

 

 

 

Possiamo considerare come il “non voler essere” in un certo modo, si associ ad un esperienza di svantaggio per sé.

 

Per esempio, reprimo rabbia perché non è accettabile dalla tradizione del mio contesto di vita e la reprimo per non vivere un’esperienza di rifiuto o di giudizio.

 

Ma il “volto” che andiamo a nascondere come vive dentro di noi?

 

Immagino emozioni fissate  che non possono trasformarsi in altro, come un Inferno Dantesco dove non c’è cambiamento ed un tempo in divenire, ma un immanente e perpetuo movimento di ripiegamento senza speranza. Per pensare in termini corporei, le tensioni muscolari alimentate dal Sistema Nervoso Simpatico e dalle Surrenali, potrebbero esserne un ‘espressione.

 

Jung sottolinea tuttavia  come l’Ombra non sia un aspetto della personalità completamente negativo, ma fonte possibile di creatività se integrata nella coscienza, di sviluppo di parti arcaiche rimaste represse, quindi di un “crescere” che rimanda ad una visione di vitalità contro la fissità dell’Ombra costretta nell’ inconscio.

 

Per tornare all’esempio della rabbia, se iniziamo ad essere consapevoli di quanto  siamo profondamente arrabbiati, potremmo sentire le nostre energie psico-corporee smuoversi, fino a vedere la realtà in modo diverso, più congruente con i nostri bisogni, mutando la direzione del nostro agire, dove  il Volere ed il Dovere diventeranno più delineati,  avvicinandoci a ciò che vogliamo  ed affermandolo con decisione.

 

Sorprendente è l’affermazione di Jung quando dice che la conoscenza dell’Ombra rende l’uomo “Corporeo”, come a dire, tornando alle riflessione di Tolja, che il contattare la nostra parte viscerale, nella sua dimensione psicologica e fisica, ci riporta alla nostra totalità,  ad una morbidezza legata al piacere, come la nostra muscolatura interna riposata e flessibile, a quella parte viscerale e profonda  forse vicina, in quanto tale, al nostro vero Sé.

 

 

 

 

Jung C.G. (1946), Psicologia della traslazione, tr. it. in Opere, Vol XVI°, Boringhieri, Torino 1981.

 

Jung C.G. (1943), Psicologia dell’inconscio, tr. it. in. Opere, Vol VII°, Boringhieri, Torino 1983.

 

Tolja J. (2000), Pensare col Corpo.

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